SPEDIZIONE FEMMINILE AFGHANISTAN 2010
Giugno 2010 Anna Torretta e Suzy Medge sulle tracce di Marco Polo...
La spedizione esplora l’estremo est del Wakhan, al confine con la Cina, alla ricerca di nuove montagne da scalare e sciare. La spedizione è la prima esclusivamente femminile e sci alpinistica ad inoltrarsi così ad oriente nel Wakhan.
Le montagne e le discese:
-SuzAnna Peak 4.660 m, D per gli ultimi 100 m, prima salita e prima discesa in sci;
-Grik Peak 4.300 m, sceso da 4.000 m in sci, salita per cresta NE in cima, D, seconda salita, da sola;
-Daliz Pass 4.267 m, scesi fino a quota 3.500 m, prima discesa in sci;
-Ski Peak 4.670 m, salita da SW; discesa da NE, prima salita e prima discesa in sci;
-Grivel Peak 4.760 m, prima salita e prima discesa in sci;
-Donne Peak 4.800 m, salita N, D, discesa spalla NE, 35-40°, OSA, prima salita e prima discesa in sci.
Nello scenario afgano il “corridoio del Wakhan” si presenta come un’oasi di pace. La sua posizione geografica, le montagne, il fatto di essere un altopiano adatto alla pastorizia, abitato da musulmani ismaeliti, gli hanno sempre risparmiato coinvolgimenti militari dal tempo delle invasioni di Alessandro Magno. I talebani non sono mai arrivati nella valle del Wakhan e Suzy e io vogliamo dimostrare che anche due ragazze da sole possono venire qui a fare alpinismo!
Il Wakhan è il dito dell’Afghanistan, situato a nord-est del paese; è una valle lunga quasi 300km che si allunga da est a ovest fino a toccare la Cina, pizzicata tra Tajikistan e Pakistan, con i confini disegnati dal fiume Oxus o Amudaria a nord e dalla catena dell’Indukush a sud.
Il Wakhan è stato annesso alla fine del 19°sec alla nazione afghana come zona cuscinetto tra la Russia Imperiale, l’india britannica e la Cina. Dall’inizio del 20°sec l’ingresso in questa zona è stato sotto stretto controllo militare.
La gente che abita la valle è di religione musulmana ismaelita e vive di pastorizia e della coltivazione di grano e patate; le occupazioni alternative per vivere sono il servizio militare o se ti piace studiare il maestro di scuola.
Gli abitanti del Wakhan si chiamano Wakhi.
OGGI non più, OGGI é l’unica regione senza problemi legati alla guerra, OGGI è l’unica regione dove è possibile fare alpinismo in Afghanistan
La spedizione:
Quest’anno ho deciso di esplorare una parte di Wakhan e di Pamir ancora sconosciuta, la guida di C.Pinelli, si ferma alla valle del Babatangi e non descrive tutta la metà verso est del territorio. Voglio arrivare alla fine della valle e poi proseguire ancora a est, arrivare in fondo al Piccolo Pamir, e scoprire le montagne che si possono scalare in questa zona.
Ho conosciuto Susy, la mia compagna di spedizione, su Internet e dopo una sciata insieme a Courmayeur abbiamo deciso di andare in Afghanistan e portare gli sci.
L’obiettivo è raggiungere il Lago Chaqmaqtin, vicino al confine con la Cina, e sciare il più possibile sulle montagne che troviamo sul percorso.
Il Pamir Afghano si divide in Grande e Piccolo Pamir. E’ documentato il passaggio di solo 7-8 persone fino al 2001 nei Pamir, nel Piccolo Pamir è passata una spedizione francese nel 2007 e nel 2010 arriviamo noi ragazze!
30-5 La strada che percorro con Susy, è quella seguita da Marco Polo, per entrare in Cina: attraversiamo il Wakhan e arriviamo a Sarhad-e-Broghil in auto, un luogo di pace e tranquillità, dove il colore predominante è il verde, ci sono anche le “hot spring”! Dopo due giorni di jeep per l’unica strada terrosa e piena di buche del Wakhan ci accoglie per la notte la più bella Guest House del paese, appartiene a Chaquan Boi (Boi è il suffisso che portano le persone “ricche”), un simpatico signore di età indefinibile.
31-5 La montagna sopra il paese sembra chiamarci, così il mattino saliamo finalmente con gli sci. La bellissima montagna è sopra Sarhad rivolta verso il Broghill Pass, il passo che collega al Pakistan. Partiamo a cavallo con gli sci sotto braccio, perché dobbiamo attraversare il fiume e l’acqua arriva alle cosce dei ragazzi che conducono a piedi gli animali, (noi non sappiamo cavalcare). Torniamo sempre a cavallo dopo una sciata su fantastico firn, la battezziamo SuzAnna Peak, 4.660 m.
1-6 Decidiamo di entrare in Pamir dal Daliz Pass 4.267 m e seguire esattamente i percorso fatto da Marco Polo, a causa dell’abbondante neve ancora presente su tutti gli altri passi di accesso alle valli del Pamir.
Dobbiamo accamparci poco prima del passo, è tardi e i cavalli sprofonderebbero troppo nella neve.
Salgo in velocità la montagna sopra al campo, il Grik Peak 4.300 m
2-6 Il passaggio del colle è durissimo per i cavalli, c’è più un metro di neve e sprofondano in continuazione, nonstante sia mattino presto. Noi ragazze riusciamo a sciare sul lato est del passo, mentre i nostri cavalli scendono dal sentiero più a nord. Oggi, dopo più di 700 anni, la descrizione dlla regione de “Il Milione” di Marco Polo è ancora valida, sono cambiate pochissime cose! La quota dell’altipiano è tra i 3.800 e i 4.000metri, c’è molta neve sulle montagne che arrivano fino a 6.800 metri, uccelli se ne vedono pochissimi, gli alberi non esistono, se non pochi sporadici cespugli lungo i torrenti che la gente qui chiama “foreste” proprio come dice M. Polo ... Non ci sono villaggi sul percorso, incontriamo solo delle singole case abitate da pastori, oppure ricoveri estivi per il bestiame, ancora abbandonati in questo periodo.
4-6 Arriviamo al primo villaggio Kirghiso dopo 4 giorni di cammino a cavallo; si chiama Bozai Gumbaz, il luogo è un ex base russa dell’invasione del ’79, il luogo è stato un importante punto di controllo delle frontiere di Cina, Pakistan e Tajikistan durante il conflitto. Il villaggio è formato solo da 4 case di fango e paglia e una Yurta, è abitato solo in primavera, qui e là si vede del filo spinato abbandonato e bossoli sparsi in terra. C’è un bunker lasciato dalla guerra, scopriamo che è stato trasformato in scuola per i Kirghisi, ma è chiuso perché non ancora inaugurato. Il maestro per le lezioni dovrebbe arrivare tra una settimana, ma i kirghisi cambieranno villaggio tra poco, perchè arriva l’estate e i pascoli sono più a sud. Io e Susy ci chiediamo se riusciranno a usarla. Questo bunker è descritto nel secondo libro di Greg Mortenson, l’alpinista che combatte i talebani con le scuole.
5/6-6 Dopo una nevicata sciamo sullo Ski Peak 4.670 m e il giorno successivo sul Grivel Peak 4.760 m
7-6 Spostiamo l’accampamento al lago Chaqmaqtin, un luogo magico. Il lago è pieno di trote e noi ci prendiamo un giorno di riposo!
9-6 Partiamo per la cima a sud delle tende, con noi c’è anche Afiat, in un’ora siamo alla base e saliamo sci in spalla sulle rocce della cresta. Raggiungiamo la punta che battezziamo Donne Peak 4.800 m e sarà la più bella discesa della spedizione.
11-6 inizia il ritorno con 4 cavalli e 20 yak, Butu Boi, capo villaggio Kirghiso, i suoi uomini. Anche loro devono andare a Sarhad, devono comprare la farina e gli yak servono per portala indietro nel Pamir. I tempi per percorrere la valle del Wakhan si sono poco accorciati dal 13° secolo, dal tempo di Marco Polo. Per entrare nel Pamir si usano ancora i cavalli o gli yak o le gambe, non ci sono mulattiere, ma solo un unico stretto sentiero lungo centinaia di chilometri.
15-6 arrivo a Sarhad. Abbiamo imparato a cavalcare.